Il premio 2017 fino a 8.060 euro per chi assume in una delle Regioni del Mezzogiorno con contratto a tempo indeterminato, anche in somministrazione o in part time, è condizionato all’autorizzazione da parte dell’Inps. L’istituto di previdenza, infatti, dovrà verificare in via preventiva la disponibilità delle risorse: il nullaosta al beneficio è dato «secondo l’ordine cronologico di presentazione delle istanze». La possibilità di fruire della nuova decontribuzione su base territoriale termina con il finire del fondo a disposizione, 500 milioni per le regioni meno sviluppate – Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia – e 30 milioni per Abruzzo, Molise e Sardegna, le Regioni classificate «in transizione». È in arrivo il decreto del ministero del Lavoro, “sollecitato” dall’Anpal, la nuova agenzia per le Politiche attive.


Con la fine del 2016 arrivano al capolinea una serie di agevolazioni sulle assunzioni: un panorama – quello dei bonus – destinato dunque a restringersi non poco. La prima uscita di scena è quella dei benefici collegati all’assunzione di lavoratori iscritti alle liste di mobilità, per via dell’abolizione di queste ultime. Dal 1° gennaio 2017 scatta, infatti, la previsione contenuta nel comma 71, articolo 2, L. 92/2012 che sancisce alcune novità in materia di licenziamenti collettivi con l’effetto di abrogare l’articolo 6, L. 223/1991: dal prossimo 1° gennaio scompare, di conseguenza, l’agevolazione per le nuove assunzioni di lavoratori in mobilità sia a tempo indeterminato che a tempo determinato ovvero per le trasformazioni a tempo indeterminato di iniziali contratti a termine, in via agevolata. Finisce sempre con il 2016 la possibilità di assumere in via agevolata giovani che stanno svolgendo o hanno svolto un tirocinio con la formula della Garanzia giovani, la cui misura prevede un incentivo da 3.000 fino a 12.000 euro: si tratta del cosiddetto Superbonus – fruibile in 12 quote mensili di pari importo – disposto dal decreto direttoriale del Lavoro 16/2016 che scatta in caso di assunzioni a tempo indeterminato, anche a scopo di somministrazione, nell’ipotesi in cui il giovane (profilato come Neet) abbia svolto o stia ancora svolgendo un tirocinio curriculare o extracurriculare nell’ambito del programma Garanzia giovani, avviato entro il 31 gennaio 2016.


Il pacchetto semplificazioni prevede una chiusura delle partite Iva inattive da almeno tre anni che sarà d’ufficio e senza irrogazione di alcuna sanzione. In ogni caso la chiusura sarà comunicata preventivamente al titolare della posizione Iva “dormiente” che potrà evitarla fornendo risposta all’Amministrazione finanziaria. Lo prevedono i commi 44 e 45, articolo 7-quater introdotto nel D.L. 193/2016 durante l’esame alla Camera (ora il testo è al Senato). Le norme prevedono, rispettivamente, la modifica della procedura vigente per la chiusura delle partite Iva inattive, prevista dall’articolo 35, comma 15-quinquies, D.P.R. 633/1972, e l’eliminazione delle sanzioni previste per la mancata presentazione della dichiarazione di cessazione di attività a fini Iva, ad oggi disciplinate dall’articolo 5, comma 6, primo periodo, D.Lgs. 471/1997.


Dal 1° luglio 2017 gli avvisi di accertamento e gli atti propedeutici (questionari, inviti, richieste di documenti) emessi dall’Agenzia delle entrate viaggeranno via pec. La notifica telematica potrà essere effettuata direttamente nei confronti di tutti i soggetti obbligati per legge alla tenuta di una casella di posta elettronica certificata, vale a dire società, ditte individuali e professionisti iscritti all’albo. Per tali categorie di contribuenti, tuttavia, sparisce l’obbligo alla notifica esclusivamente tramite pec delle cartelle di pagamento: l’ente di riscossione, che prenderà il posto di Equitalia, potrà ricorrere sì all’inoltro digitale, ma anche alle modalità tradizionali (raccomandata postale, messo comunale, ufficiale giudiziario). Lo prevede il D.L. 193/2016, approvato mercoledì dalla Camera dopo le modifiche apportate dalle commissioni bilancio e finanze di Montecitorio.


La rottamazione cartelle allarga il raggio d’azione e sposta i termini per la definizione. A seguito degli emendamenti approvati nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, la definizione agevolata si estende, infatti, anche al 2016. Si allunga anche il termine per presentare la dichiarazione all’agente della riscossione: la precedente scadenza del 23 gennaio 2017 è stata spostata al 31 marzo 2017. Entro la stessa data il contribuente potrà integrare la dichiarazione presentata prima di tale data. Per chi pagherà a rate, si allunga da 4 fino a un massimo di 5 rate la possibilità di chiudere i conti della definizione agevolata. Per i pagamenti rateali, gli interessi sono dovuti nella misura del 4,5% a partire dal 1° agosto 2017. Entro il 31 maggio 2017, dunque, l’agente della riscossione comunicherà ai debitori che hanno presentato la dichiarazione di definizione agevolata l’ammontare complessivo delle somme dovute per la definizione, nonché quello delle singole rate, e il giorno e il mese di scadenza di ciascuna di esse, attenendosi a questi criteri: per l’anno 2017, la scadenza delle singole rate è fissata nei mesi di luglio, settembre e novembre; per l’anno 2018, la scadenza delle singole rate è fissata nei mesi di aprile e settembre. Una buona notizia arriva, poi, sul fronte degli accertamenti esecutivi e sugli avvisi di addebito Inps. Con le modifiche inserite si stabilisce infatti che entro il 28 febbraio 2017, l’agente della riscossione, con posta ordinaria, avvisa il debitore dei carichi che gli sono stati affidati nell’anno 2016 per i quali, alla data del 31 dicembre 2016, risulta non ancora notificata la cartella di pagamento ovvero inviata l’informazione della presa in carico delle somme per la riscossione ovvero notificato l’avviso di addebito.


Cartelle di pagamento in arrivo per le colf e badanti. Chi non ha versato tutti i contributi per la collaboratrice o il domestico vedrà presto recapitarsi l’avviso di addebito dell’Inps. L’istituto, infatti, ha terminato la contabilizzazione delle inadempienze accertate al 31 dicembre 2015 e consegnerà i crediti all’agente della riscossione il prossimo 2 dicembre 2016. A spiegarlo è lo stesso ente previdenziale nel messaggio n. 4266/2016. Ricevuto l’avviso, sono due le chance: opporsi oppure pagare.


Pronto il modello di adesione per la rottamazione dei ruoli. Equitalia ha inviato ieri agli uffici periferici il prospetto accompagnato dalle istruzioni alla compilazioni. E già da ieri sera sono stati resi disponibili sul portale www.gruppoequitalia.it i 4 prospetti del modello di adesione e le modalità di presentazione. Per ridurre gli adempimenti dei contribuenti interessati alla definizione agevolata delle cartelle l’istanza potrà essere presentata all’agente pubblico della riscossione anche attraverso la posta elettronica certificata (pec). Chi sceglierà la pec dovrà necessariamente allegare anche una copia del documento di identità. La domanda dovrà essere inviata a Equitalia entro il 23 gennaio 2017 (il termine del 22 cade di domenica) ed entro il 24 aprile 2017 (180 giorni dalla data di entrata in vigore del Dl 193/2016) sarà Equitalia a comunicare l’ammontare complessivo delle somme dovute, la scadenza delle eventuali rate e invierà i relativi bollettini di pagamento. Tre le dichiarazioni che dovranno essere sottoscritte se si vogliono chiudere i conti con Equitalia, tutte e tre riportate nella seconda pagina del modello. La prima è quella sulle modalità di pagamento: unica soluzione oppure in 2, 3 o 4 rate. La seconda dichiarazione da rilasciare è quella di voler rinunciare, con l’adesione alla definizione agevolata, ai giudizi pendenti. Infine con la sottoscrizione dell’ultima dichiarazione si sottoscrive, anche ai fini penali, la veridicità dei dati riportati nel modello.