Lo sgravio contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato guadagna un anno, anche se diventa meno vantaggioso. L’agevolazione potrà essere utilizzata fino al 31 dicembre 2016 (comma 178, articolo unico della L. 208/2015), anche se, a differenza di quanto previsto dalla Legge di Stabilità 2015, si tratta non di un esonero “totale” dal versamento dei contributi (fino a 8.060 euro all’anno) ma di uno sconto fino al 40%, nel limite di 3.250 euro all’anno per lavoratore. La durata del beneficio, poi, non sarà più triennale ma biennale. A parte le differenze di tipo economico, la disciplina del bonus resta invariata. È opportuno, dunque, conoscere i casi “a rischio”, nei quali, cioè, si rischia di perdere l’agevolazione nel caso di fruizione scorretta. Il Ministero del Lavoro, già con la lettera circolare n. 9960 del 17 giugno scorso, ha indirizzato le articolazioni territoriali a monitorare i fenomeni elusivi delle condizioni poste dalla L. 190/2014, invitando a effettuare azioni ispettive ad hoc, anche in base a intese con le sedi territoriali Inps. In particolare, saranno esaminate le posizioni lavorative, anche precedenti, del personale per il quale si fruisce dell’esonero e saranno verificate le condizioni che legittimano (o meno) la spettanza dell’agevolazione. In sostanza, se non si vuole incorrere nella perdita dell’esonero e nel pagamento di sanzioni, sarà necessario rispettare i paletti indicati nelle circolari Inps 17/2015 e 178/2015.