Abolizione degli studi di settore rinviata di un anno. O almeno questo è quello che il Governo e l’Amministrazione finanziaria si accingono a fare con un emendamento alla manovra di bilancio. A pochi giorni dal via libera ai primi 70 indicatori sintetici di affidabilità fiscale (Isa), chiamati a sostituire dal prossimo anno gli studi di settore per oltre un milione di partite Iva, l’Agenzia delle entrate e il Ministero dell’economia hanno già pronto il correttivo al DDL di bilancio all’esame della Camera con cui rinviare di un anno l’operazione. Al momento, infatti, sarebbe troppo complicato gestire contemporaneamente le nuove 70 pagelle fiscali e i restanti studi di settore per gli altri 2-2,5 milioni di imprese, artigiani, commercianti e professionisti. L’emendamento, che potrebbe essere presentato anche in via parlamentare già entro oggi, per come è scritto non sembra presentare profili di inammissibilità. Si tratta, infatti, di una proroga secca all’anno d’imposta 2018 (oggi è il 2017) del termine di entrata in vigore degli Isa disposta con la manovra correttiva di primavera (articolo 9-bis, D.L. 50/2017). Come tale troverebbe posto tra quei commi che nel corso della prima lettura al Senato hanno ospitato sul treno della Legge di Bilancio il cosiddetto “milleproroghe”.